Adelisa Selimbašić | Dust Bunny: curated by Michele Spinelli

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On Thursday, October 3, z2o Sara Zanin is proud to present Dust Bunny, the first solo exhibition of Adelisa Selimbašić (Karlsruhe, 1996) in Rome curated by Michele Spinelli at the z2o Project space in Via Baccio Pontelli 16.

 

Dust Bunny is the result of the artist’s period of residency at Project space and centers around the idea that dust bunnies—those bothersome balls of dust composed mainly of dead human skin cells—can be interpreted as traces of life and memories of our daily lives. This unusual and provocative perspective invites us to reflect on the possibility that what we commonly consider waste may hold fragments of our experiences instead.

 

Usually perceived as elements that emphasize a home’s untidiness and destined to be swept away, viewed more closely, dust bunnies hide a deeper dimension. They are repositories of subtle memories and silent traces of our presence. Through more conscious analysis, we can discover the hidden stories they contain, invisible fragments of our daily lives.

 

Their formation testifies to what Donna Haraway describes as “artifactual nature”: a complex intertwining of organic and inorganic matter. Their existence is intrinsically tied to human activities. They are silent products of our daily interactions, witnesses to the coexistence of the body with its surrounding environment. Itching and all our other neurotic gestures stimulate their growth.

 

Adelisa Selimbašić’s painting draws on this reflection, inserting itself in a long artistic tradition rooted in the culture of imagery and symbolic or votive representation of the human body. Her work recalls and subverts the ideal imagery of beauty in which the harmony of proportion and posture reflects not only aesthetic perfection but also social hierarchies and psychological characteristics. The representation of the body seems to emerge as a manifestation of divine perfection, a symbol of virtue offered to the gaze, the idealized nudity conceived by men.

 

Her often dense and vibrant painted surfaces transform colour into a primary expressive medium in which shades of reality are observed, amplified, and reinterpreted. Her precise yet fluid brushstrokes create a plasticity that makes the female body almost tangible and prompts the viewer to a tactile perception of skin and body. Through her painterly gestures, Selimbašić does not merely represent, she invites us to explore the relationship between body and space, suggesting a visual narrative that develops between the real and the surreal in which each figure dissolves and re-emerges in a new emotional dimension.

 

As part of our “neglected life”, dust bunnies become bearers of a broader reflection on the human and social condition. Easily recognizable by anyone, they seem to particularly concern only a group of historically marginalized and invisible people, and this raises issues in both the socio-political and aesthetic spheres.

 

Michele Spinelli

 

INFO:
Adelisa Selimbašić | Dust Bunny

curated by Michele Spinelli
Opening Thursday, October 3rd, 2024 | 6-9 pm

3 October > 15 November, 2024
z2o Project, Via Baccio Pontelli 16 – 00153 Rome

 

Opening hours: by appointment only
Info: T. +39 06 80073146 |  info@z2ogalleria.it

Press office: Sara Zolla | press@sarazolla.com | T. + 39 346 8457982

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z2o Sara Zanin è lieta di presentare, giovedì 3 ottobre, Dust Bunny, la prima mostra personale di Adelisa Selimbašić (Karlsruhe, 1996) a Roma, a cura di Michele Spinelli, all’interno degli spazi di z2o Project in Via Baccio Pontelli 16.
 
Dust Bunny è il frutto di un periodo di residenza nello spazio Project, e si sviluppa attorno all’idea che i “coniglietti di polvere” – agglomerati di particelle sospese nell’aria e cellule morte della pelle umana – possano essere interpretati come tracce di vita e memoria del nostro quotidiano. Questa visione, seppur insolita e provocatoria, invita a riflettere sulla possibilità che ciò che comunemente consideriamo scarto possa invece custodire frammenti del nostro vissuto.
 
Solitamente percepiti come elementi che amplificano il disordine domestico, destinati a essere rimossi e spazzati via, i “coniglietti di polvere” nascondono, a uno sguardo più attento, una dimensione più profonda. Sono depositari di memorie sottili, tracce silenziose del nostro passaggio, e attraverso un’analisi più consapevole, possiamo scoprire le storie nascoste che archiviano, frammenti invisibili del nostro vissuto quotidiano.
 
La loro formazione diventa, così, una testimonianza di ciò che Donna Haraway descrive come “natura artefatta”, un intreccio complesso tra materia organica e inorganica. La loro nascita è intrinsecamente legata all’intervento umano. Essi sono il prodotto silenzioso delle nostre interazioni quotidiane, testimoni della coesistenza tra il corpo e l’ambiente che lo circonda. Lo sfregamento della pelle e le nevrosi gestuali che compiamo sul nostro corpo ne favoriscono la proliferazione.
 
La pittura di Adelisa Selimbašić si nutre di questa riflessione, inserendosi in una lunga tradizione artistica che affonda le radici nella cultura dell’immagine e nelle rappresentazioni simboliche o votive del corpo umano. Il suo lavoro richiama e sovverte l’immaginario del bello ideale, dove l’armonia delle proporzioni e le posture riflettono non solo perfezione estetica, ma anche gerarchie sociali e caratteri psicologici. La rappresentazione del corpo sembra emergere come una manifestazione di perfezione divina, un simbolo di virtù offerto allo sguardo, una nudità idealizzata di concezione virile.
 
Le sue superfici pittoriche, spesso dense e vibranti, trasformano il cromatismo in un mezzo espressivo primario, in cui le sfumature della realtà vengono osservate, amplificate e reinterpretate. Le pennellate, precise ma fluide, creano una plasticità che rende i corpi femminili quasi tangibili, spingendo lo spettatore a una percezione tattile della pelle e del corpo. Attraverso la gestualità pittorica, Selimbašic non si limita a rappresentare, ma invita a esplorare la relazione tra il corpo e lo spazio, suggerendo una narrazione visiva che si sviluppa tra il reale e il surreale, dove ogni figura si dissolve e riemerge in una nuova dimensione emotiva.
 
dust bunnies, nel loro essere parte di una “vita trascurata”, diventano portatori di una riflessione più ampia sulla condizione umana e sociale. Sebbene facilmente riconoscibili, sembrano preoccupare in modo particolare solo un gruppo di persone storicamente marginalizzato e invisibile, sollevando questioni che toccano tanto la sfera socio-politica quanto quella estetica.
 
Michele Spinelli
 

INFO:
Adelisa Selimbašić | Dust Bunny

a cura di Michele Spinelli
Opening giovedì 3 ottobre | h. 18 – 21

3 ottobre > 15 novembre 2024
z2o Project, Via Baccio Pontelli 16 – 00153 Roma


Orari di apertura: solo su appuntamento
Info: T. +39 06 80073146 |  info@z2ogalleria.it

Press office: Sara Zolla | press@sarazolla.com | T. + 39 346 8457982