Alexi Marshall | Taming the Unruly Gods

z2o Sara Zanin is pleased to present, on Thursday, October 5th, Taming the Unruly Gods the first solo exhibition in Italy by Alexi Marshall (United Kingdom, 1995), within the spaces of z2o Project at Via Baccio Pontelli 16.
The exhibition features a series of works, including mosaics, linocut prints, and embroideries, that constitute an immersion into the intimate and symbolic world of the artist. Here, imaginative stories, myths, and realities intertwine, merging seamlessly. It offers a detailed glimpse into how the artist blends elements drawn from paganism, folklore, and animism, transforming them into an intense and engaging visual experience.
 
Themes explored by Alexi are connected to spirituality, sexuality, the ineffable femininity, as well as the intrinsic cyclical nature of life and death. Taming the Unruly Gods, the title of both the exhibition and their latest work, depicts a woman playing with tarot cards, seemingly evoking one of Niki de Saint Phalle's most famous quotes: "If life is a game of cards, we are born without knowing the rules." According to Alexi, our lives are populated by undisciplined deities, and they invite us to contemplate the internal and external forces that shape human destinies throughout life, from primal impulses to the veiled intricacies of the Occult.
Images of free-spirited women, portrayed unapologetically and without inhibition, take various forms in their body of work, courageously and without reverential timidity, revealing the iconography of women in the depths of their sexuality, divinity, and untamed freedom. The homage portrait to the Cuban artist Belkis Ayon, who tragically took her own life at the age of 32 but left an indelible mark on Latin American printmaking with her exceptional collagraphy assemblages inspired by the myths of Afro-Cuban religious cults, is reinterpreted in Alexi's world. Their narratives convey visions marked by censorship, violence, intolerance, exclusion, and inequality.
 
The pomegranate, with its intrinsic duality, becomes the conceptual focal point of Alexi Marshall's recent works. It represents not only a repeated detail in various forms but a symbolic essence that permeates the fabric of their entire body of work. With its sweet seeds and bitter juice, the fruit comes to life in the artist's ever-changing and ambivalent interpretations: a symbol of fertility (Fruit of the Womb) and death (Fruit of the Dead). This dualism harkens back to ancient Rome, where the pomegranate symbolized fertility and prosperity, associated with Demeter, the goddess of agricultural fertility, embodying the prosperity of fields and the promise of abundance. However, the pomegranate was not limited to representing life and prosperity; it also expressed the duality of life and death, symbolizing the transition between the earthly world and the afterlife.
Marshall's works, simultaneously mysterious and captivating, reveal a profound quest for identity and a reinterpretation of traditional iconography. They challenge narrative conventions, encouraging the observer to explore the complexity of the female figure. Their ability to blend human, animal, and prophetic traits into subversive anthropomorphic figures is an act of defiance against the boundaries of what is conventionally recognized. These kaleidoscopic representations offer a fresh perspective, breaking free from restrictive patterns and opening doors to more intricate narratives.
 
The creative process is intricate. It begins with a sketch, followed by the consolidation of the design and tones through watercolor before embarking on the arduous linoleum printing process on large sheets of Japanese paper. The overall image is created through continuous pressure in various shades: [Ochre, plum, and cerulean blue blend into one another. Like a ripening fruit or a blossoming flower, each "linoleum painting" comes to life, complete with its complexities*].
 
Fantastic ontologies, synchronic genealogies, utopian grammars, fictional geographies, multiple universal stories, logical bestiaries, ornithological syllogisms, narrative ethics, imaginary mathematics, nostalgic geometries, and invented memories are all part of the vast view that Alexi's works explore.
 
Therefore, the Project space becomes a sanctuary of reimagined identities and reinterpreted meanings, where the historical representation of female bodies merges with archetypes and destinies, creating a kind of personal mythology. It is a dialogue between the past and the present, the sacred and the profane, the real and the imaginary.

 

ITA

La mostra propone una serie di lavori, tra cui mosaici, incisioni su linoleum e ricami, che si configurano come un’immersione nel mondo intimo e simbolico dell’artista, dove si intrecciano storie immaginifiche, miti e realtà, fondendosi in modo indissolubile. Il progetto offre altresì uno sguardo dettagliato su come l'artista mescoli elementi tratti dal paganesimo, dal folklore e dall'animismo, trasformandoli in un'esperienza visiva intensa e coinvolgente.
 
I temi indagati da Alexi sono connessi alla spiritualità, alla sessualità, all’ineffabile femminilità, nonché all’intrinseca ciclicità della vita e della morte. In Taming the Unruly Gods, titolo della mostra e della sua ultima opera realizzata, è rappresentata una donna che gioca con i tarocchi, che sembra evocare una delle frasi più celebri di Niki de Saint Phalle “Se la vita è un gioco di carte noi nasciamo senza conoscerne le regole”. Per Alexi la nostra vita è popolata da divinità indisciplinate e ci invita a interrogarci sulle forze interne ed esterne che determinano i destini dell’essere umano durante tutta la sua esistenza, dall’impulso primordiale fino ai velati meandri dell’Occulto.
 
Immagini di donne libere, rappresentate in modo intransigente e senza alcuna remora, si presentano in molteplici forme nel suo corpus di lavori, svelando con coraggio e senza timori reverenziali l’iconografia delle donne nei recessi della loro sessualità, della loro divinità e della loro libertà indomita. Il ritratto omaggio “Belkis Ayon” dedicato all’artista cubana, morta suicida a soli 32 anni, che ha segnato una svolta nella storia dell’arte dell’incisione latino-americana per l’eccezionale qualità dei suoi imponenti assemblaggi di collografie e per il carattere postmoderno della sua ricerca ispirate ai miti dell’oscuro culto religioso afrocubano, viene reinterpretato nel mondo di Alexi le cui narrazioni restituiscono visioni in cui imperversano censura, violenza, intolleranza, esclusione, disuguaglianze.
 
Il melograno, con la sua intrinseca dualità, diviene il fulcro concettuale degli ultimi lavori di Alexi Marshall, non soltanto rappresenta un dettaglio ripetuto in diverse forme, bensì una vera e propria essenza simbolica che permea l'intero tessuto delle sue opere. Con i suoi semi dolci e il suo succo amaro, il frutto, nelle sue mutevoli e ambivalenti accezioni, prende vita nelle opere dell’artista: simbolo per eccellenza di fertilità (Fruit of the Womb) e morte (Fruit of the Dead). Questo dualismo richiama le radici dell'antica Roma, dove il melograno era considerato un emblema di fertilità e prosperità. Associato alla dea Demetra, divinità della fertilità agricola, il melograno incarnava la prosperità dei campi e la promessa di abbondanza, tuttavia, il melograno non si limitava a rappresentare solo la vita e la prosperità, ma esprimeva anche la dualità della vita e della morte, simboleggiando la transizione tra il mondo terreno e l’aldilà.
Le opere di Marshall, al contempo misteriose e affascinanti, rivelano una profonda ricerca di identità e una rilettura dell'iconografia tradizionale, sfidano le convenzioni narrative, incoraggiando l’osservatore a esplorare la complessità della figura femminile. La sua capacità di mescolare tratti umani, animali e profetici in figure antropomorfe sovversive rappresenta un atto di sfida verso i confini di ciò che è convenzionalmente riconosciuto. Tali rappresentazioni caleidoscopiche offrono un nuovo punto di vista, rompendo schemi restrittivi e aprendo le porte a narrazioni più complesse.
                                                                                                                 
Il processo creativo è molto complesso. Inizia con uno schizzo per poi, attraverso l’acquarello, consolidare il disegno e le tonalità prima di intraprendere l'arduo processo di stampa su linoleum su grandi fogli di carta giapponese. L'immagine complessiva viene creata attraverso continue pressioni in diverse tonalità: ocra, prugna e blu ceruleo si fondono l'uno nell'altro. [Come un frutto che matura o un fiore che sboccia, ogni “dipinto su linoleum” prende vita, completo delle sue complessità*].
 
Ontologie fantastiche, genealogie sincroniche, grammatiche utopiche, geografie fittizie, storie universali multiple, bestiari logici, sillogismi ornitologici, etica narrativa, matematica immaginaria, geometrie nostalgiche e memorie inventate fanno parte dell'immenso panorama che le opere di Alexi esplorano.
 
Lo spazio Project diviene quindi un santuario di identità rivisitate e di significati re-immaginati, in cui la storica rappresentazione dei corpi femminili si fonde con archetipi e destini, creando una sorta di mitologia personale. Un dialogo tra il passato e il presente, tra il sacro e il profano, tra il reale e l'immaginario.

 

INFO:
Alexi Marshall | Taming the Unruly Gods
Opening Thursday, 5 October 2023 | 6 – 9 pm
5 October > 22 December 2023  
z2o Project opening hours: Mon-Fri (Saturday by appointment only) | 1 – 7 pm
Via Baccio Pontelli 16, Rome
Info: info@z2ogalleria.it | z2ogalleria.it
Press office: Sara Zolla | press@sarazolla.com | T. + 39 346 8457982